È un Bolgheri rosso Doc prodotto nell’unico comune della denominazione, Castagneto Carducci. Le uve sono di Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah e Petit Verdot. Vengono vinificate separatamente con fermentazione e macerazione in acciaio per circa 3 settimane. L’affinamento è di circa un anno in barrique e tonneaux nuove ed usate di media tostatura. Segue l’assemblaggio e il riposo in bottiglia per minimo 6 mesi prima della commercializzazione. Non è il vino di punta di Campo alle Comete, è quello che i francesi definirebbero “second vin”.
Stupore 2017 mostra un colore dal tono scuro, rubino/granato. Consistente, disegna lenti archetti nel calice. I profumi sono intensi, di piccoli frutti rossi e neri in confettura a cui seguono note balsamiche e speziate. Vaniglia, liquirizia. L’assaggio è succoso e tannico. Di corpo e caldo nella progressione. Ha il 14% di Vol.
In ingresso è vigoroso e fresco, poi si ammorbidisce lasciando una sensazione cremosa al palato ed una lunga persistenza aromatica.
Buono nel retrogusto, si confermano gli aromi e si evidenziano le note di tostatura facendo arrivare al retronasale quella sfumatura balsamica che dona eleganza al vino.
È un vino “completo“, risponde bene a tutti i parametri. L’assemblaggio è fatto con precisione per farsi apprezzare da un’ampio pubblico. Anche il rapporto qualità/prezzo è ottimo.
Il tannino consiglia qualcosa di grasso e succulento, Carne rossa, formaggi stagionati… l’ho degustato piacevolmente con un hamburger fatto in casa.
Come ultima osservazione voglio dire che la definizione “second vin” possiamo lasciarla ai francesi, merita una considerazione superiore.
Terre Alfieri è una delle ultime iscrizioni a DOCG (2020), proveniente dalla DOC Asti. La denominazione è retta da due pilastri della viticoltura piemontese: Arneis e Nebbiolo.
La zona di produzione si estende nei comuni di Antignano, Celle Enomondo, Cisterna d’Asti, Revigliasco, San Damiano, San Martino Alfieri e Tigliole, tutti in provincia di Asti. Nella DOCG vi sono anche parte dei comuni di Castellinaldo, Govone, Magliano Alfieri e Priocca in provincia di Cuneo.
La vicinanza alle più note DOCG a base Nebbiolo fa del Terre Alfieri una interessante opportunità per scoprire un’altra espressione del Nebbiolo. I suoli della zona sono composti da sabbie, argille, calcare e limo.
Terre Alfieri Arneis: uve Arneis minimo 85%; possono concorrere uve a bacca bianca, non aromatiche. Terre Alfieri Nebbiolo: uve Nebbiolo minimo 85%; possono concorrere uve a bacca rossa, non aromatiche.
Tre Terre Alfieri Nebbiolo in degustazione
· Monte de Stephano 2018, Vaudanogaggie · Terre Alfieri Nebbiolo 2018, Franco Giacinto · Belgardo 2017, Cascina Vengore
Negli assaggi ho riscontrato una comune caratteristica di fragranza/freschezza. Dimostrano d’essere vini godibili già nei primi anni d’affinamento. In tutti e tre ho trovato elementi di piacevolezza e personalità che si sono distinti per il tipo di affinamento. Penso che il passaggio in legno riesca a dare qualcosa in più ma debba essere ben dosato per lasciare spazio all’espressività del vitigno.
Note di degustazione:
Monte de Stephano 2018, Vaudanogaggie
Terre Alfieri Nebbiolo. Comune di Cisterna d’Asti 13,5% Vol. – 100% Nebbiolo Terreno: Sabbioso, calcareo. Esposizione/Altitudine: Est, Sud-Est da 250 a 350 m s.l.m.. Vinificazione: Fermentazione tradizionale con macerazione a cappello emerso per 7 giorni. Maturazione In tini di acciaio.
Rosso rubino-granato. Profumo fine ed elegante. Ciliegia, fragolina, violetta, sottobosco. All’assaggio si conferma nell’eleganza e negli aromi. Nel retrogusto arriva un ricordo aromatico speziato, di liquirizia e pepe bianco. Ha scorrevolezza e freschezza. Il tannino è evoluto e ben integrato. Si distende levigando il palato che via si scalda grazie al 13,5% di Vol. Nel finale torna la speziatura a lasciare un bel ricordo sulla lingua. Mi piace per l’equilibrio, una compostezza che tiene insieme tutte le componenti in un sorso fine e composto.
Terre Alfieri Nebbiolo 2018, Franco Giacinto
Terre Alfieri Nebbiolo. Comune di San Damiano d’Asti 14% Vol. – 100% Nebbiolo Esposizione/altitudine: Sud – Sud/Ovest a circa 200 m s.l.m. Vinificazione: 10-12 giorni di macerazione a contatto delle proprie bucce in botti d’acciaio, con temperatura controllata. Affinamento: 8 mesi barrique 10 mesi in bottiglia
Rosso granato scuro e intenso. Olfatto evoluto ed invitante. Ciliegie sotto spirito, vaniglia, gomma arabica. Tannino preciso, aromi gustosi di frutti rossi macerati accompagnati da calde sensazioni avvolgenti. Ha corpo strutturato, robusto. Una lunghezza che apre orizzonti gustativi. Un bel Nebbiolo, adulto e muscoloso. La persistenza è lunga. Chiama un cibo importante, magari un brasato o uno spezzatino. Mi piace per la struttura, l’evoluzione e le note di tostatura dell’affinamento in legno. Ci sento tradizione e classicità, belle sensazioni e piacevolezza.
Belgardo 2017, Cascina Vengore
Terre Alfieri Nebbiolo. Comune di Cisterna d’Asti 14% Vol. – 100% Nebbiolo Da agricoltura organica e rigenerativa. Vinificazione: Fermentazione di 10-12 giorni in vasche termocontrollate a 28°C e steccatura a cappello sommerso per 15 giorni, in contemporanea alla fermentazione malolattica. Affinamento di 16 mesi in botte di rovere di Slavonia da 2,5 hl.
Rosso granato. Naso complesso, abbastanza intenso. Frutti rossi e neri sotto spirito, viola, erbe aromatiche e spezie. Sfumatura mentolata, legni pregiati, cuoio. L’assaggio è caldo e vellutato con una sensazione polverosa al palato. Bel tannino, presente ed evoluto con grazia. Nel retrogusto torna il frutto di mora e ciliegia insieme ad una elegante balsamicità. Ha corpo e finezza. C’è equilibrio delle parti e armonia negli aromi. L’affinamento di 16 mesi in botte l’ha addomesticato senza invadere coi sentori di tostatura. È una cornice che mette in risalto le qualità del Nebbiolo. Mi piace per come si allunga, per l’armonia e la personalità. Mantiene tensione e piacevolezza. Ottimo nel complesso. In abbinamento metterei delle tagliatelle al ragù di selvaggina, o meglio, i tipici tajarin piemontesi.
Complimenti ai produttori per l’espressività dei loro vini. Come amante dei vini da Nebbiolo non posso che essere attratto dal volerne provare altri.
2022:Le DOCG attualmente iscritte sono 76. Con la DOCG Canelli, che attende l’ultima approvazione dall’Unione Europea si arriva a 77(qualcuno riporta erroneamente il dato di 78 DOCG calcolando 2 volte la DOCG Lison che coinvolge 2 regioni, Friuli Venezia Giulia e Veneto (l’unica interregionale).
Nella DOCG Canelli, (precedentemente menzione geografica dell’Asti DOCG), la varietà protagonista è il Moscato bianco. Le tipologie saranno:
Canelli o Canelli Moscato
Canelli Riserva o Canelli Moscato Riserva (con possibile menzione vigna)
Sempre dal piemonte la DOCG Terre Alfieri. Coinvolge diversi comuni delle province di Asti e Cuneo. Le tipologie prevedono sia un bianco che un rosso con un minimo dell’85% del vitigno corrispondente.
Terre Alfieri Arneis (anche Superiore)
Terre Alfieri Nebbiolo (anche Superiore e Riserva)
ELENCO 2022 DEI VINI ITALIANI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE CONTROLLATA E GARANTITA DOCG
Con indicazione delle principali varietà di uva utilizzate; (N) uve a bacca nera, (B) uve a bacca bianca. Maggiori dettagli e disciplinari di produzione ai link corrispondenti.
Questa Milano grigia, nebbiosa e pandemica necessita di un vino sincero e rassicurante.
Ilico arriva in modo imponente al naso, così come il tono tenebroso e rubino agli occhi. La ciliegia sotto spirito e la speziatura di vaniglia sono netti e puliti, nel retronasale si arricchiscono di sentori di cioccolato fondente e bacche scure di more. Il tannino spinge ed invita l’accompagnamento culinario.
La nota alcolica del 13,5% di Vol. scalda il palato in una equilibrata unione con gli aromi. Ha una bella freschezza e persistenza. Le uve di Montepulciano d’Abruzzo, utilizzato in purezza, si esprimono molto bene. Del resto questa varietà offre sempre delle certezze quando cerchi corpo, frutto polposo e, (non saprei come altro dirlo), quel clima di familiarità e italianità in cui ritrovarsi.
Illuminati si trova in Abruzzo, a Controguerra (TE). Le vigne sono coltivate in collina, a 260m slm con il mare all’orizzonte e su terreno a matrice argillosa. In vinificazione si evidenzia la lunga macerazione delle uve e l’affinamento di 12 mesi in botti di rovere di Slavonia. Il tutto è incorniciato dalla sapienza di oltre un secolo di storia di questa cantina.
Per introdurre il vino volevo scrivere qualcosa sull’avvicinarsi del Natale ma non mi è venuto in mente niente che non fosse scontato. Invece in questo Primitivo che assaggio non c’è proprio niente di scontato. Il colore è rubino intenso e vivace sull’unghia. I profumi sono fragranti e abbastanza complessi. Dal frutto di ciliegia alle more, ricorda poi la vegetazione mediterranea, il cuoio, le spezie… Arriva dal territorio delle Gravine in Puglia. L’annata è la 2020, bottiglia n. 580 di 1146 (rigorosamente numerate a mano).
Le vigne sono coltivate su suolo argilloso a 280 m/slm in contrada Caragnano a Mottola (TA). All’assaggio mostra tutta la sua personalità e generosità. Il succo colora di piacevolezza il sorso, verticale e vivo. I tannini si integrano finemente alle calde note alcoliche del 14,5% di Vol. Nel retrogusto arrivano con potenza le fragranze fruttate di una bella ciliegia surmatura e note d’affinamento che mi ricordano il cioccolato fondente.
Come vinificazione, fermenta con lieviti indigeni e affina per 14 mesi, all’85% in acciaio e il resto in barrique di Slavonia usate. Ne risulta una bella acidità e freschezza che accompagna il vino in tutta la sua lunghezza e nella persistenza. Nel finale restano ricordi minerali e salini, e la voglia di ritrovare la dolcezza del succo maturo in ingresso. Ripenso ad altri “Primitivi” conosciuti in passato, rotondi e fermi, buoni ma a volte fin troppo “pesanti” …un paio di calici ma non di più. Nel Primitivo di Marco Ludovico c’è vitalità e struttura che non stanca.
È un vino che mi ha fatto venire una gran fame, idealmente affiancherei un arrosto di maiale con patate. Bel Primitivo, si fa degustare con grande piacere. Se volete un’idea regalo consiglio questo vino insieme ad uno Yo-Yo. Quando lo bevi è come giocare, solo che il su e giù lo fa il calice.
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