Gattinara 2016, Caligaris Luca
Il Nebbiolo è una delle varietà più antiche che abbiamo, se ne trova notizia della sua presenza già dal 1266 vicino a Torino. È al vertice qualitativo dell’enologia insieme a pochi altri e riconosciuto nel mondo come simbolo di italianità. Sono famose le sue espressioni provenienti da Langhe, Roero e Alto Piemonte, così come quelle Valtellinesi e Valdostane. È una varietà “difficile” che si è adattata a pochi ambienti pedoclimatici e che anche in cantina richiede massima attenzione e lunghi affinamenti nelle versioni più celebri.
I recenti studi genetici hanno evidenziato la sua parentela con la Vespolina e il Bubbierasco (varietà piemontesi) ed individuato come suoi fratelli il Nebbiolo rosato, la Pignola e la Rossola nera (tipici della Valtellina). Tra i fratellastri del Nebbiolo troviamo altre varietà come ad esempio il Refosco e il Marzemino (1).
Si esprime sempre in modo eccellente e parlando questa volta di un Nebbiolo dell’Alto Piemonte voglio ricordare le province di produzione: Vercelli, Biella, Novara e Verbano-Cusio-Ossola. Le denominazioni che riguardano questi terroir sono: Gattinara DOCG, Ghemme DOCG, Boca DOC, Bramaterra DOC, Lessona DOC, Fara DOC, Sizzano DOC, Coste della Sesia DOC, Colline Novaresi DOC e Valli Ossolane DOC.
Ognuna di queste è caratterizzata da suoli di composizione diversa, si va dai fondi alluvionali o marini a quelli vulcanici.
Per quello che riguarda Gattinara, comune della Valsesia in provincia di Vercelli, i terreni sono duri e compatti con blocchi di porfido ocra-bruno ed uno strato superficiale friabile (2).
Le uve del Gattinara 2016 di Luca Caligaris provengono dai vigneti nelle frazioni di Osso, Castelle e Lurghe. La vinificazione ha visto una fermentazione con lieviti indigeni e un affinamento di 38 mesi di cui 24 in botti di rovere. L’uvaggio ha un 5% di Uva Rara oltre al Nebbiolo (la DOCG consente fino al 10% di altre uve rosse regionali).
Alla vista è particolarmente carico di colore con archetti ampi sulle pareti del calice (14% Vol.) I profumi che arrivano al naso sono intesi di quel fruttato tipico che mi riconduce alla prugna matura e al floreale di viola con sentori dolci di ciliegia e vaniglia. All’assaggio ci trovo una bella marasca su un letto morbido e vellutato di tannini già evoluti e desiderosi di affrontare qualcosa di succulento. La morbidezza alcolica scalda e accompagna a lungo gli aromi che evidenziano i terziari dell’affinamento in legno con note di cacao e speziate. Rotondo, si espande nel palato come onde sull’acqua dopo aver lanciato una sasso. Sensazioni minerali e ferrose. Lungo e sempre equilibrato. Gran bel Gattinara.
Se l’abbinamento con brasato e polenta risulta scontato consiglio di gustarselo anche da solo o al limite con un pezzo di cioccolato fondente.
Prosit
Bibliografia:
- 2020 – DNA-based genealogy reconstruction of Nebbiolo, Barbera and other ancient grapevine cultivars from northwestern Italy, Stefano Raimondi, Giorgio Tumino, Paola Ruffa, Paolo Boccacci, Giorgio Gambino Anna Schneider . https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32978486/
- Consorzio tutela Nebbioli Alto Piemonte