Negroamaro in rosa, stile Salentino
Non potevo lasciare la Puglia senza assaggiare questo altro rosato della Cantina di Michele Calò e Figli, indicatomi da tre diversi rivenditori come il migliore rosato del Salento. Uve di Negroamaro 100%, provenienti dal vigneto Prandico, nella zona di Alezio, a una decina di chilometri da Gallipoli. I terreni sono argillosi e calcarei. Bella la bottiglia che fa risaltare l’eleganza minimalista dell’etichetta e soprattutto il color corallo di questo vino. Fresco, elegante, rotondo in bocca, ciliegia, melograno, fragoline di bosco e rosa ti accompagnano lungamente per poi aprirsi a delicate note speziate di evoluzione in legno, pepe bianco, mandorla amara (il 20% affina per 5-6 mesi in barrique). La componente minerale e la sapidità lo rendono estremamente piacevole, un calice via l’altro e in due la bottiglia è presto finita. L’ho accompagnato ad un piatto leggero, i tipici pomodorini verdi di questa zona conditi con olio extravergine e origano, caciocavallo affumicato e pane artigianale cotto in forno a legna. Una cena semplice che ha esaltato il Cerasa. Peccato dover tornare agli orizzonti di palazzi. Non lo so se a Milano i rosati salentini mi daranno le stesse emozioni positive, comunque sia, la prossima volta che voglio abbinare il Cerasa, devo averne almeno un paio di bottiglie in fresco. Sul fatto che sia il migliore, non saprei dirlo, ci vorrebbe un’intera estate per assaggiarli tutti. Posso dire però che entrambi i rosati assaggiati di questa cantina, Mjère e Cerasa, sono eccellenti.
Luca Gonzato