Dipende che vino: Vendita vini ...e qualche calice in degustazione

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Nero di Troia, Castel del Monte

Il must di ferragosto sembra essere la bollicina francese o il bianco altoatesino, ma non per me, io torno, anche se solo con il ricordo, al recente viaggio in Puglia e al passaggio a Castel del Monte, Andria.

Castel del Monte è famosa per la Fortezza del XII secolo, voluta dall’Imperatore Federico II, dalla caratteristica pianta ottagonale. Si erge su un promontorio che domina vigneti e uliveti, dà anche il nome alla DOCG Castel del Monte (Bombino Nero, Nero di Troia Riserva, Rosso Riserva). In questo post mi soffermo su due vini a base Nero di Troia, un vitigno poco conosciuto ma dalle eccellenti caratteristiche che comprendono una notevole sostanza polifenolica (tannini e antociani), che lo rendono adatto ad un lungo affinamento.  Due ‘rossi’ che ti faranno amare i vini delle Murge.

Nero di Troia 2016, Terrecarsiche1939. Vigneti in zona Castel del Monte, Uva Nero di Troia 100%. Al naso è intrigante, frutti rossi, viola, geranio, cuoio bagnato, in bocca è elegante, pulito, di buona persistenza aromatica. Bella mineralità che si contrappone alla morbidezza di questo vino che nel finale regala note balsamiche. Vinificazione in acciaio, prezzo sui 7€. Un bel tagliere di salumi o una pasta con un ragù di carne/salsicce sono il mio abbinamento consigliato per aperitivo e primo piatto.

Terranera, Rosso Riserva del Conte 2013, Conte Spagnoletti Zeuli. Vigneti in zona Castel del Monte, Uve di Nero di Troia 70%, Aglianico 15%, Montepulciano 15%. Amarene sotto spirito, cioccolato, castagne, sottobosco, spezie dolci, balsamico, mentolato. In bocca i piccoli frutti rossi ricordano una confettura fatta in casa. Tannini e acidità ben presenti e armonici. Caldo, robusto, pronto e ottimo già così, può ulteriormente evolversi con eleganza nei prossimi anni. È un gran bel vino, amichevole ed elegante allo stesso tempo. Affinato in Barrique per 12 mesi, prezzo sui 17€. Lo abbinerei ad un secondo piatto, ad esempio una tagliata di manzo con funghi porcini.

Questi due vini mi hanno confermato ancora una volta la qualità dei vini pugliesi che sempre più si presentano in modo raffinato e mantengono un’ottimo prezzo di vendita.

E voi con cosa avete ‘innaffiato’ il vostro ferragosto?

Luca Gonzato

Casa del Chianti Classico

Sosta alla Casa del Chianti Classico in Radda in Chianti. Bellissima location nell’ex convento che ospita Museo, Enoteca e Bistrot. Si possono trovare tutte le etichette degli aderenti al consorzio, in vendita a prezzi di cantina e una decina di vini in degustazione, suddivisi tra ultime annate, riserve e gran selezioni.

Quattro i miei assaggi:

Chianti Classico 2016, Castello di Volpaia (Radda in Chianti), bel frutto fresco, dinamico, elegante, equilibrato, l’introduzione perfetta al Chianti Classico.

Chianti Classico Vigna Casi Riserva 2013, Castello di Meleto (Gaiole in Chianti), morbido con tannini evoluti e piacevoli note di tostatura in legno. Robusto, raffinato, bella personalità.

Chianti Classico Gran Selezione 2010, Millennium, Losi Querciavalle, (Castelnuovo Berardenga), carattere unico, gran corpo e armonia, a sorprendermi delle note finali di pino, di resina, wow.

Chianti Classico Bugialla Riserva 2015, Poggerino (Radda in Chianti). Begli aromi floreali e fruttati, robusto, speziato, pieno con finale balsamico, armonico e lungo, anche questa un’ottima riserva.

Tutti e 4 al Top, dove c’è il Gallo Nero c’è Qualità. Se passate da Radda in Chianti, fate una sosta, ne vale la pena, Angelica dell’enoteca è fantastica, al Bistrot si mangia bene spendendo il giusto… poi rilassarsi al fresco del chiostro con un calice di Chianti Classico ti rimette in sintonia con l’universo.

Luca Gonzato

Montepulciano e il suo Vino Nobile

Dopo una visita alle storiche cantine di Contucci, molto belle e tutt’ora in funzione, dove ho degustato i diversi crú e acquistato la Riserva 2013, sono stato all’Enoliteca del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano.

Il top per chi vuole avere una panoramica a 360”. Trovi l’ultima annata dei produttori di Vino Nobile di Montepulciano aderenti al Consorzio (circa il 70% dei produttori, oltre 100 le etichette). Con una comoda tessera a scalare si può scegliere dai distributori automatici l’etichetta preferita e la quantità, assaggio/degustazione oppure calice. Il posto è molto bello, con pavimento in vetro da cui si vedono gli scavi archeologici. Ottima anche l’assistenza del Sommelier in servizio.

Ho assaggiato una dozzina di Vini Nobili, tutti di qualità e degni di menzione, ma a mio gusto personale ne ho scelti 4 che segnalo come preferiti. Nobile di Salcheto 2015, elegante ed armonico. Nobile Simposio di TreRose 2013, potenza ed equilibrio. Nobile Talosa Riserva 2014, grande espressione dell’annata. Infine il Manvi 2014, bio. Un Nobile sincero, ricco, gustoso e naturale. 

È bella Montepulciano, si respira Sangiovese in ogni via e appena esci dal borgo sei tra le vigne ad ammirare i grappoli che ormai rossi si preparano per la prossima vendemmia.

Luca Gonzato

Cantina Fongoli, Montefalco

Visita alla Cantina Fongoli di Montefalco. Ad accompagnarci tra le antiche mura c’è Gaia, ci racconta di come Fongoli si distingua dagli altri produttori per la scelta di operare in biodinamica e per aver introdotto l’uso dell’anfora nella produzione del Sagrantino ‘Fracanton’.

Emozionante entrare nell’archivio storico dove riposano bottiglie dagli anni 60.

Il Sagrantino, per la sua quantità di tannini, sostanza colorante e volume alcolico è un vino predisposto all’invecchiamento, immagino quali belle sorprese possano riservare queste bottiglie.

In uno spazio attiguo abbiamo fatto una portentosa degustazione partendo dai bianchi, Grechetto e Trebbiano Spoletino, il primo più fresco e semplice, gradevolissimo in queste serate d’estate, mentre il secondo, grazie anche ad una breve macerazione sulle bucce senza filtrazione aveva un bel corpo ed aromi intensi che andavano dagli agrumi all’albicocca con bella persistenza aromatica.

A seguire, i rossi, Montefalco Rosso 2015, blend di Sangiovese con percentuali minori di Sagrantino (20%), Cabernet S. e Merlot. Ottimo vino da pasto, equilibrato e fresco.

L’altro Montefalco rosso assaggiato è il Serpullo, 18 mesi in botte grande. Rotondo, complesso, con delicate note di tostatura.

Ora i Sagrantini, 2008, perfetto in questo momento, morbido con tannini vellutati, frutti rossi che mantengono una bella freschezza. Lungo e persistente, gli darei almeno 92 punti. Top!. Assaggiato poi il 2011 che, per quanto già pronto ed ottimo, lascerei maturare un’altro anno almeno.

Ora il mitico Sagrantino Fracanton vinificato in anfora, senza solfiti a contatto con l’aria con macerazione fino a 3 mesi e successivo affinamento minimo di 3 anni in botti grandi ed un anno in vetro. Questo ti stupisce perchè oltre a mantenere le migliori caratteristiche fruttate e di affinamento regala aromi balsamici, mentolati. Senza dubbio un Sagrantino maestoso e, a ragione, l’orgoglio di questa cantina.

Infine il Passito, accenderei dei fuochi d’artificio per comunicare questo vino che ha delle note dolcissime sorrette da una bella acidità.

Il calice perfetto per conquistare chiunque, così, in modo naturale, come i vini di Fongoli. 

Luca Gonzato

Vernaccia nera di Serrapetrona

Era da tempo che volevo assaggiare la famosa Vernaccia nera di Serrapetrona, lo spumante dalle 3 fermentazioni, metodo Charmat, ricavato in parte da uve appassite. Mentre a Milano è quasi introvabile, nelle Marche lo trovi anche al supermercato. La Cantina che ho scelto è quella di  Alberto Quacquarini a Serrapetrona. Di un bel color rosso rubino vivace, ha aromi di amarena, ribes rosso, ciliegie. Le bollicine sono poco persistenti ma in bocca è qualcosa di unico, secco, con i sentori dolci dei frutti e una sensazione vellutata. Ha una bella struttura e persistenza aromatica, io l’ho apprezzato come aperitivo accompagnandolo al tipico salame a grana fine e pasta morbida della zona, il Ciauscolo. Inutile dire che la bottiglia, in quattro, è presto finita.

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