Dipende che vino: Vendita vini ...e qualche calice in degustazione

Via Bonghi 12 Milano. Tram 3 e 15 - Bus 90/91 - Metro più vicina Romolo (più 10 minuti a piedi o Bus).

Antica Cantina Valerio Lucarelli

Cercando sul web qualche Cantina nelle vicinanze di Gualdo (MC), nelle Marche, ho scoperto quella di Valerio Lucarelli, in Contrada S. Costanzo a San Ginesio, attiva dal 1791, così li ho chiamati e programmato una visita. Ad attenderci il Sig. Valerio che ci racconta la storia della Cantina, dei vigneti, che in questa zona producevano uve a basso contenuto zuccherino e di conseguenza vini di poca struttura e grado alcolico. Ci mostra l’antico forno e il calderone in rame che serviva a cuocere le uve per avere un mosto ridotto che poi fermentava dando vita a un vino più strutturato e ricco di aromi, un’antica usanza che ancora qualcuno porta avanti in questa regione. Racconta poi, con un tono triste, di quando la Comunità Europea finanziava per l’espianto delle vigne, si persero ettari di vigneti e varietà autoctone. Gli anni in Piemonte, la voglia di ritornare a far vino nella sua terra, i figli all’estero a specializzarsi ed infine il tragico evento del terremoto che gli ha tolto casa oltre che il sonno. Si percepisce però che gli fa piacere la nostra visita, ci si sente in famiglia da Lucarelli, aldilà del vino, è bello ascoltarlo perché riesco a capire di più sul territorio, quel ‘terroir’ che in primis è fatto da persone e tradizioni oltre che da vigne, terreni e clima. Valerio ha 79 anni, la sua è la quinta generazione, a testimoniare la storicità della cantina è in bella mostra nella bottaia un’antico torchio in legno costruito da maestri d’ascia.

Vecchie e nuove barrique riempiono lo spazio e arricchiscono di aromi i vini ottenuti da Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Vernaccia nera. Varietà che Lucarelli ha selezionato come le più adatte a questo territorio collinare poco distante dai monti Sibillini. Sento nel suo racconto tutto l’orgoglio per essere riuscito a far studiare e viaggiare i figli all’estero e quanto la passione per il vino lo abbia fatto andare avanti superando ogni difficoltà.

A farci compagnia sono arrivate anche la moglie e la figlia, ed insieme assaggiamo un bicchiere di Sarnum, l’orgoglio di casa. È un 2011, Sangiovese con una piccola percentuale di Cabernet Sauvignon (circa il 10%), affinato 2 anni in barrique e poi in bottiglia. I profumi di ciliegie, more, prugne e quelli di affinamento danno il benvenuto ad una consistenza robusta, quasi masticatile di frutti rossi e bellissime note di cacao. Il vino ha un volume alcolico del 15%, ma si sentirà solo dopo, ha ancora una bella acidità e tannini composti. Rimane lungamente in bocca con begli aromi. Ottima la combinazione con ‘una punta’ di cabernet che gli dona un lieve sentore vegetale che con l’affinamento mi sembra si trasformi in erbe aromatiche. Certamente un vino che può passare altri 10 anni in bottiglia e restituire piacevoli sensazioni.

Passerei la giornata con questa famiglia per conoscere meglio questa zona ma i miei figli piccoli premono per andare, non posso biasimarli ma mi dispiace non poter assaggiare anche l’altro vino di casa, il Lenòs, blend di Sangiovese e Vernaccia nera. Lo farò comunque nei prossimi giorni con i compagni di vacanze tra queste splendide colline. 

Un ringraziamento di cuore alla famiglia Lucarelli per averci aperto le porte in un giorno di festa, per il buon vino e la compagnia, con l’augurio di veder presto la sesta generazione affiancare la quinta nella produzione di vini. 

Ps mi sono fatto un appunto che tra un anno o due devo tornare per assaggiare il Sarnum che è ora in affinamento.

Luca Gonzato

Elegia, Primitivo di Manduria Riserva 2014, Produttori di Manduria

Bel componimento poetico dal color rubino intenso. I toni sentimentali e lirici si sviluppano con profumi di ciliegie, more e prugne per poi proseguire in bocca con grande morbidezza e sentori retronasali di affinamento, spezie dolci, cacao, liquirizia. In sottofondo, una sensazione balsamica accompagnata da profumi di legni esotici. Robusto, caldo (15% vol.), con tannini ben presenti e integrati. È una composizione di sole uve di Primitivo, un gran vino, persistente negli aromi e con un bel finale cremoso. Si trova tra i 15 e i 20 euro, è ottimo il rapporto qualità/prezzo per questo Primitivo affinato in barrique francesi per 12 mesi. Gli autori sono 400 piccoli artigiani del vino, Maestri in Primitivo della Cantina Produttori di Manduria.

Luca Gonzato

Alle Zitelle, simpatia e buon vino

Ad accogliermi Susanna, la titolare, alla quale chiedo subito una spiegazione sull’origine del nome che io erroneamente associavo all’appellativo usato in passato per le donne single, invece è il riferimento a un quartiere di Venezia e congiuntamente ai bacari, i tipici baretti veneziani dove bersi ‘un’ombra de vin’. L’atmosfera è proprio quella del bacaro e ti ritrovi facilmente a chiacchierare sia con Susanna e la sua assistente che con gli altri clienti. Ci sono andato da solo ed è stato molto piacevole passarci un’oretta degustando due vini accompagnati da un piccolo tagliere di salame e formaggio di qualità e una bruschetta. Ottimo lo spumante Trento doc Altinum brut 2014 della cantina Aldeno ma ho apprezzato ancor di più il Gruner Veltliner della cantina Valle Isarco.  Il locale è piccolino ed è questa dimensione contenuta a farti stare bene, come in una stanza di casa. L’arredamento è particolare, sono stati recuperati vecchi arredi e porte ed adattati in modo diverso nell’utilizzo, ad esempio, alla base del bancone c’è un’anta d’armadio con specchio girata orizzontalmente, i bicchieri stanno in una stretta e lunga vetrina recuperata da quello che era un espositore del pane. In questa stagione, il locale, è un pochino penalizzato dal non avere un dehor, ma immagino che bello sia starci quando fuori è freddo e dentro ci si scalda con buon vino e calore umano. Segnatevi questa vineria a Milano in via Coni Zugna. Io ci torno sicuramente.

Zibibbo in Pithos, Terre Siciliane IGP, Cantina COS

Vino bianco secco da Zibibbo (Moscato di Alessandria), vinificato in anfora (Pithos in greco significa giara) ed affinato inizialmente in anfora e poi in bottiglia. Quello che ho davanti è un 2016. La cantina COS nasce nel 1980 per volontà di tre amici che prendono in affitto la cantina e la vigna del padre di uno di loro, il nome COS deriva dalle iniziali dei cognomi (Giambattista Cilia, Cirino Strano e Giusto Occhipinti). Biodinamica e utilizzo della terracotta sono le prerogative di COS per far esprimere al meglio il territorio e le uve. La cantina COS si trova a Vittoria (RG), le uve di questo Zibibbo provengono dalle vigne di Marsala (TP).

All’olfatto è magnifico, profuma di albicocca, canditi, fieno, fiori gialli, sentori dolci che vengono poi attenuati in bocca dalla bella acidità e dai sentori più amari di mandorle e agrumi. Il finale è lunghissimo, persistono gli aromi e si ritrova una nota sapida marina. È un gran bel vino, che si può abbinare facilmente a diversi piatti, dal pesce alle carni bianche speziate, piuttosto che a risotti succulenti. Come aperitivo o da solo… lo berrei anche a colazione con brioche e marmellate tanto mi piace.

Luca Gonzato

4×4, vini a trazione naturale

Da Champagne Socialist in via Lecco 1 (zona P.ta venezia) a Milano.

Il locale è frequentato da una clientela giovane e modaiola, l’offerta dei vini è variegata come provenienza e focalizzata sui vini ‘naturali’ cioè da cantine che lavorano in regime biologico o biodinamico. Si respira la movida milanese in questa via a pochi passi dall’affollato c.so Buenos Aires. Il posto è abbastanza piccolo e i posti a sedere limitati, per fortuna abbiamo un tavolo prenotato all’esterno. A far colpo, all’interno del locale sono le bottiglie numerate sulle pareti.

Fa caldo e la sete è tanta per noi quattro amici assaggiatori, ognuno sceglie una bottiglia e così, a fine serata, saranno quattro i vuoti a rendere. Dal Trentino, Furlani naturale, “metodo interrotto”, Brut Natur Rosé, Cantina Furlani. Uve Chardonnay e Pinot Nero. Dalla Calabria, Chora bianco, cantina L’Acino. Uve Mantonico, Guarnaccia bianca, Greco bianco e Pecorello. Dalla Francia, Crémant du Jura, l’Autre, Brut, Domaine Pignier. Uva Chardonnay 100%. Dall’Umbria, Zerodibabo, rosato, Cantina Marco Merli. Uva Sangiovese 100%.

Tutti di buon livello, con sensazione ‘polposa’ in bocca tipica dei naturali, bella l’espressione del terroir calabrese nel Chora bianco. Le altre erano tutte bollicine di buon livello ma a prevalere per complessità è stato il Crémant. Interessante anche lo Zerodibabo da Sangiovese e il Furlani naturale per i sentori di piccoli frutti rossi. Ad accomunare i rosé una struttura consistente che si differenzia molto dai rosé vinificati in modo convenzionale, penso ad esempio ai pugliesi, snelli, freschi, verticali e ‘scorrevoli’. La serata è piacevolmente trascorsa tra chiacchiere e risate in questa piccola e graziosa vineria. Unico appunto sulla quantità del cibo offerto (a pagamento e non) che giudico insufficiente, ma questo è un problema di tanti locali di milano che non capirò mai. Se mi dai da mangiare è ovvio che poi mi verrà sete e acquisterò altro vino, anche fossero solo patatine dal sacchetto offrile gratis senza bisogno di chiederle. Per voi esercenti il costo è minimo e per noi clienti diventa un plus non da poco. A parte questo è invece buono il rapporto qualità/prezzo per quanto riguarda i vini. Ottima l’idea di creare una vineria di questo tipo. In conclusione, una serata naturalmente bella, grazie alla compagnia degli amici e del buon vino.

Luca Gonzato

Translate »