I grandi rossi sanno esprimersi all’olfatto con armonia e tipicità. Riempiono il palato di aromi e sensazioni avvolgenti. Piccoli frutti macerati, sottobosco, spezie, sentori eterei e balsamici. Rotondo, possente e agile, con tannini integrati e lunga persistenza. Sensazioni gustative che sembrano raccontarti l’evoluzione storica del proprio territorio.
Brunello di Montalcino 2015, famiglia Fattoi. Tradizione e territorio si esprimono in questo vino con naturale grandezza.
Per i suoi 54 anni, l’Associazione Italiana Sommelier, delegazione di Milano, ha organizzato un banco di degustazione strepitoso, con oltre 100 cantine italiane. Un regalo davvero apprezzato da tutti i soci. Non pensavo che ne avrei scritto un post ma alcuni dei vini erano così buoni che me ne sono innamorato e voglio farveli conoscere.
SPUMANTI
Lombardia, Franciacorta Brut Millesimo 2013 Freccianera dei Fratelli Berlucchi. L’uvaggio è 80% Chardonnay, 10% Pinot bianco, 10% Pinot Nero. Affina 55 mesi sui lieviti. Il costo è sui 22€. L’ho trovato ‘magico’. Grande armonia e lunghezza in questo spumante per le grandi occasioni.
Lombardia, Franciacorta Brut Nature, Mosnel, 24 mesi sui lieviti, Chardonnay 70%, Pinot Bianco 20%, Pinot nero 10%. Altro grande Franciacorta che sorprende sempre per la personalità che esprime. Affinamento 24 mesi. Costo sui 20€. Il biglietto da visita da presentare a casa degli amici.
BIANCHI
Dal Friuli Venezia Giulia la Malvasia istriana Soluna 2017 di Livon. Malvasia istriana 100%. Costo sui 15€. Una malvasia senza compromessi, piace oppure no. Io l’ho trovata fantastica. Le uve appassiscono una decina di giorni, macerazione a freddo e fermentazione in acciaio. Costo sui 15€. Rock n’ Roll.
Dall’Alto Adige il Manna 2017 di Franz Haas. Da 5 tipi di uve vinificate separatamente e poi assemblate. Riesling Renano 40%, Chardonnay 20%, Gewurztraminer 15%, Kerner 15%, Sauvignon 10%. Il costo è sui 20€. Una sinfonia di aromi. Lo vedrei bene in una cena romantica, magari al primo appuntamento. Un vino che conquista.
Dalla Campania, il Greco di Tufo Giallo d’Arles 2018 di Quintodecimo. Uve Greco 100%. Ennesima conferma da questo bianco tra i miei preferiti. Bello assaggiarlo adesso, ancora giovane, ed apprezzarne la fragranza del frutto. Costo sui 35€. Una garanzia di bontà.
ROSATI
Dall’Abruzzo, il Cerasuolo d’Abruzzo Villa Gemma 2018 di Masciarelli. Uve Montepulciano 100%. Costo sui 10€. Mi è piaciuto un sacco trovare le caratteristiche del Montepulciano in una forma così delicata e godibile.
Dalla Puglia il rosé 2018 Girofle di Severino Garofano. Uve Negramaro 100%. Costo anche lui sui 10€. Piccoli frutti rossi e melograno che danzano nel palato.
ROSSI
Il miglior vino in assoluto assaggiato oggi: Tenuta Sette Ponti Vigna dell’Impero, bottiglia numero 03230/12688. Un Sangiovese in purezza da vigne di oltre 80 anni. La tenuta si trova in Valdarno. La Vigna dell’Impero risale al 1935, fu fatta piantare da S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia Conte di Torino, su richiesta del cugino S.A.R. Amedeo d’Aosta, Vice Re d’Etiopia, per festeggiare e ricordare la vittoria italiana in Abissinia. Sono 3 ettari a terrazzamenti interamente costruiti a mano. Il vino è un concentrato di tutto quello che si può desiderare in un rosso. Armonia, corpo, tannini vellutati, ampio bouquet aromatico, piacevolezza e persistenza. Affina due anni in botte grande. Epico. Online il costo di questa bottiglia è sugli 85€, è così buono che non mi sento di dire che costa troppo.
Sempre dalla Toscana e sempre Sangiovese, il Brunello di Montalcino 2012, Tenuta Col d’Orcia. Affina in barrique per 4 anni. Costo sui 30€. Il rosso da mettere in tavola con una gigantesca fiorentina.
Dall’alto Piemonte, nel Novarese, il Boca 2015 Le Piane. Uvaggio di Nebbiolo 85% e Vespolina 15%. Affina 36-48 mesi in botte grande. costo sui 50€. Ventaglio aromatico strepitoso. Adorabile sotto ogni punto di vista.
Sempre in Piemonte, da uve Nebbiolo al 100% il Barolo Ravera 2011 di Cogno. Affina 24 mesi in botte grande. Costo 50/60€. Un Barolo che all’austerità preferisce l’eleganza, gran corpo ed armonia.
Dalla Basilicata un grande Aglianico del Vulture Superiore, della casa vinicola Armando Martino. Da uve 100% Aglianico del Vulture. Affina circa un anno in barrique e almeno un’altro in bottiglia. Il costo si aggira sui 35€. Anche questo grandioso nella parte aromatica, eccellente.
È sempre bello festeggiare i compleanni, soprattutto quelli degli altri.
Tenevo il Brunello di Montalcino 2011 di Banfi in cantina quasi come fosse una reliquia, aspettavo l’occasione, ma non sono così coerente con me stesso da aspettare una reale occasione, me la creo, “giornata lavorativa intensa = ci vuole un buon vino”. Torno al Sangiovese perchè è il ‘nostro’ vino, il rosso italiano per antonomasia, il vitigno più coltivato in Italia e tra i primi dieci nel mondo. Il terroir rinomato di Montalcino, la produzione di Castello Banfi, caratteristiche uniche per un gran vino. Per la cronaca sono 118 i cloni registrati di Sangiovese, riconducibili alle macrofamiglie di Toscano, Brunello, Prugnolo Gentile, Morellino, Romagnolo e Marchigiano. Purtroppo, a cena, ho sbagliato l’abbinamento, tocchi di pollo saltati nella wok con aglio, rosmarino, salvia, timo, liquirizia, aceto balsamico e marsala (si lo confesso il marsala non mi fa impazzire e la bottiglia aperta da mesi la voglio finire in qualche modo). Il Brunello Banfi si presenta di un bel colore rubino intenso, ricco di sostanza colorante che lascia poco spazio alla luce, l’unghia è aranciata. Consistente nel calice sprigiona sentori di piccoli frutti rossi in confettura, fiori passiti, viola, more. Il gusto è fruttato con un filo conduttore balsamico, mi ricorda l’eucalipto, il mentolo. Ha un bella struttura, i tannini sono ben integrati e mi fanno sognare delle succulente costine alla brace piuttosto che questa carne bianca di pollo aromatizzata. Si sentono bene anche delle note di affinamento in legno (2 anni, 50% in botti grandi e 50% in barriques + un anno -minimo- in bottiglia). Acidità equilibrata e armonia di tutte le componenti. È un vino che nelle guide riceve punteggi molto alti, sopra i 90 punti. Forse sbaglio ma questo 2011 non ha ancora quella persistenza aromatica che mi aspettavo, per il resto mi è piaciuto molto e confermo un ottimo giudizio. Eccellente per rimettersi in sesto dopo una giornata di lavoro.
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