Categoria: vini bianchi italiani

Hic enoteca bistrot

 

Da Hic in via Sidoli a Milano, per festeggiare il titolo raggiunto di Esperti Assaggiatori Onav. Si inizia con un brindisi a base di uva Erbaluce (vitigno autoctono piemontese) spumantizzata con Metodo Classico, Cuvéè Tradizione 1968 di Orsolani, millesimo 2011, affinata sui lieviti per 60 mesi. Uno spumante davvero interessante nei profumi e alternativo ai competitor lombardi e francesi. In boccca conserva qualche nota agrumata e fresca ma a risaltare sono i profumi caldi e morbidi dell’affinamento sui lieviti, note di pasticceria, crosta di pane, frutta secca, bellissima nocciola finale. Si sposa bene al tagliere di formaggi che accompagna la degustazione.

Su consiglio del titolare di Hic, che si è prodigato nell’accoglienza e nel proporci diversi possibili assaggi, passiamo ad un Aglianico campano del 2015, l’Ognostro (vuol dire inchiostro) di Marco Tinessa, infatti il colore nel bicchiere è scuro e non lascia spazio a trasparenze. Un vino che si apre lentamente sprigionando un gran ventaglio di profumi, more, mirtilli, sentori minerali, note speziate, humus, sottobosco. In bocca ha un ingresso fresco con ancora un bel frutto fragrante e un’acidità che rende il sorso piacevole. Bel corpo e tannini composti, si succedono in bocca i percettori per poi terminare in un bel finale balsamico/mentolato. Grande Aglianico, caldo senza darlo a sentire (14,5% di volume alcolico), persistente in bocca ed appagante nel gusto. Ci vorrebbe un bel filetto al pepe verde per apprezzarlo fino in fondo.

Per il terzo assaggio, un’altra chicca dell’enoteca Hic, il rosso fortificato 1501 Merlino di Pojer e Sandri (Trentino), un vino con residuo zuccherino da uve Lagrein al quale viene aggiunto del brandy invecchiato e che affina poi per 8/10 mesi in botti dove c’era il brandy. È chiaramente un vino da centellinare e godersi con estrema lentezza, un ’fortificato’ che ti riporta il sorriso ed evoca i ricordi. Profumi di frutti rossi sotto spirito, i ‘Mon Chérie’, note di cacao, vaniglia. Avvolgente, vellutato ed estremamente persistente, anche dopo diversi minuti hai delle belle sensazioni dolci nel palato, perfetto con il cioccolato ma anche da solo, non gli manca niente. Bella serata da Hic, posto accogliente e prezzi giusti, interessante selezione di vini, molti i ‘naturali’ e triple ‘A’ visti sugli scaffali. Taglieri di salumi e formaggi gustosi e non minimalisti nella quantità, insomma un bel ritrovo in una zona tranquilla della città, fuori dal caos del centro di Milano. Da tornarci il prima possibile, anche perchè è rimasta la curiosità sul Beaujolais vintage…

Luca Gonzato

Bollicine per festeggiare. Lugana Metodo Classico Brut, Zenato

È abitudine che per brindare o festeggiare qualcosa, dal comune aperitivo con gli amici, all’evento per celebrare una ricorrenza o un successo, si utilizzi una ‘bollicina’. Champagne, Spumanti come Franciacorta o Trento Doc, oppure il diffusissimo Prosecco. Tutti hanno il comune denominatore delle bollicine e la capacità di trasmettere gioia e successo. Brindiamo con le bollicine per una proposta, un accordo, l’inizio del nuovo anno. Ognuno a suo modo e a suo gusto, dal Pas Dosé o Nature (senza aggiunta di zuccheri) fino agli Spumanti dolci, passando per extra brut, brut dry ecc.. ognuno con un pizzico di zucchero in più a soddisfare la voglia di dolcezza. Si stappa nei modi più diversi, col ‘botto’ e conseguente fuoriuscita di schiuma durante una festa o sul podio di un circuito, oppure con sciabolatura in un evento scenografico a base di Champagne o nel modo discreto ed elegante del Sommelier al ristorante, il cosiddetto ’soffio’. Bollicine democratiche, per tutti, dai 4 ai 400 euro e più a seconda della provenienza, dell’annata o del prestigio della Cantina, ognuno può trovare lo Spumante giusto per sé. Io oggi stappo un Lugana Metodo Classico Brut, da uve Trebbiano di Lugana, della Tenuta Zenato di S. Cristina a San Benedetto di Lugana, sulla sponda veneta del Lago di Garda. Prezzo sui 14€ e semplice stappatura al soffio in famiglia. Zenato offre uno Spumante Metodo Classico (rifermentato in bottiglia) con bei profumi di fiori bianchi e di frutti freschi come la mela e la pera, fanno da contorno sensazioni agrumate di mandarino e note di pasticceria. È fine ed elegante, scorrevole, ottimo sotto ogni aspetto e perfetto per festeggiare qualcosa. Festeggio l’aver superato l’esame di esperto assaggiatore Onav, ma avrei potuto aprire lo Spumante anche solo per festeggiare la domenica o il salame appena affettato. A mezza età non contano più i titoli conquistati ma le soddisfazioni che si traggono dalle passioni coltivate. Il vino in generale e oggi questo spumante in particolare, me ne regalano tante. Consiglio questo Spumante perchè buono sia nel gusto che nel rapporto qualità/prezzo.

Luca Gonzato

Il Derthona Timorasso di Claudio Mariotto

Piemonte, provincia di Alessandria, Colli Tortonesi Timorasso Derthona, 2016, Claudio Mariotto, Vignaiolo in Vho.

Vino bianco secco da uve di Timorasso. Elegante, floreale con sentori di acacia, ma anche pera e miele, un soffio minerale di grafite e ricordi di pietra bagnata. Sapido ed equilibrato alla morbidezza del volume alcolico del 14%. Piacevolmente persistente nella sensazione acido/minerale in bocca. Agile e verticale, perfetto con piatti di pesce strutturati. Lascia la bocca pulita e fresca. È un vino di carattere con un corpo strutturato, dimostra la sua personalità anche dopo breve tempo come questo 2016 ma il meglio lo può dare nelle lunghe distanze, bisognerebbe dimenticarlo in cantina e riprenderlo dopo un decennio per apprezzarne le note evolutive. Questo Derthona si trova al costo di circa 15 euro. Gran bianco che puoi tranquillamente mettere in tavola nelle occasioni migliori.

Luca Gonzato

L’Oro delle Isole

…ovvero come chiudere da Re una giornata di degustazioni con tre vini che brillano come lingotti. Valgono oltre i 90 punti sulle guide di settore e soprattutto si mostrano con un ventaglio di profumi così ampio che il termine ‘complessità’ sembra inventato apposta per loro. 

Puoi stare ore a ruotare questi vini nel calice e meditare su quali profumi si possono distinguere, oppure puoi goderteli con abbinamenti sorprendenti. Senz’altro sono tutti da provare almeno una volta.

Vernaccia di Oristano Riserva 1991 Contini. Dalla valle del Tirso in Sardegna questo vino maturato sui lieviti flor in piccole botti scolme di rovere e castagno. Un vino con note ossidative che si presenta con profumi intensi di mandorle, nocciole, agrumi, scorza d’arancio. Ideale con pasticceria, ma vista la bella sapidità e acidità io lo proverei con i tipici spaghetti alla bottarga. Il costo è di 35/40€.

Vecchio Samperi Perpetuo Marco De Bartoli. È di fatto un Marsala vergine, ‘sans année’, metodo di affinamento ‘perpetuo’, prevede un’aggiunta del 5% di vino nuovo, ogni anno ai fusti di rovere e castagno dove affina per almeno 20 anni. Uve Grillo 100%. Profumi di frutta secca e passita, note balsamiche ed eteree, caramello e tanto altro. Caldo, avvolgente, lunghissimo. Un vino senza tempo che puoi abbinare ad esempio al cioccolato fondente, io però lo metterei alla prova con i ricci di mare o con le ostriche. Costo sui 50€.

Bukkuram Sole d’Agosto 2015, Passito di Pantelleria Marco De Bartoli. Uve di Zibibbo 100% (Moscato di Alessandria). Colore ambra, sprigiona sentori di frutta sciroppata, agrumi, mango, zenzero, marmellata di albicocca e se lo tieni sulla lingua qualche minuto, magia, ti ricorda il dado per fare il brodo, l’umami. Dolce ed equilibrato nell’acidità, sole, mare, infinito. Pensa al dolce che preferisci, mangialo in fretta e poi goditi con estrema lentezza, questo passito.

Luca Gonzato

L’Albarola delle Cinque Terre

Er Giancu, Azienda Agricola Possa
Giallo paglierino intenso, profumi di frutta gialla matura, miele, floreale, mi ricorda il corbezzolo… qualche minuto di attesa e una vigorosa rotazione nel calice, si apre ed arriva un’ondata marina con sentori salmastri che sembra di stare sugli scogli. Note minori di timo, fumé… In bocca ha una bella freschezza, è sapido e minerale, sensazione ‘polposa’ di frutto e leggerezza che chiama il ‘sorso’ con semplicità e discreta finezza. È un ‘triple A’ (agricoltori, artigiani, artisti), ciò che meglio si avvicina al concetto di ‘vini naturali’. Il vitigno (autoctono) è l’Albarola, la zona dei vigneti sono le Cinque Terre, Riomaggiore in Liguria. La produzione è minima e rapportata ad un territorio di ‘viticoltura eroica’, 1000/1500 le bottiglie prodotte. Giustificato quindi il prezzo, di circa 18€. Personalità autentica in questo vino che si abbina perfettamente a piatti di pesce con insita grassezza, ad esempio Orata, Rombo o con tendenza dolce come i Crostacei. L’unico difetto è che finisce troppo in fretta. Buono buono!

Luca Gonzato

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