Mi ero già fatto il film della visita al castello con degustazione sulla merlata e vista sulla Val Venosta. Ma niente, è partito l’antifurto di un appartamento e mi ha rovinato il mood. A questo punto mi accomuna solo la possibilità di guardare dall’alto, dall’ottavo piano. La vista non è sulla Strada del Vino a Castel Monte Sant’Anna ma sui tetti e le tapparelle abbassate dei condomini circostanti.
La famiglia Fuchs, proprietaria dal 2010 di Castel Annenberg è il produttore di questo Solaris 2017. L’unico Piwi dei cinque vitigni che coltivano su circa un ettaro e mezzo a oltre 1000 metri di altitudine.
I profumi richiamano i prati in fiore in primavera. Penso anche alle foglie di pomodoro, al fieno, alla famiglia aromatica dei tioli. All’assaggio è minerale, sapido, intrigante nei sentori fruttati di pesca gialla e agrumi. È verticale, scende dritto come una lama, con la sua grande freschezza che attraversa la gustosa polposità che riempie le guance. Rimane piacevolmente in bocca con aromi freschi e sfumature minerali che mi ricordano l’acqua fredda di torrente di montagna che scorre sulle pietre levigate. Il finale è tutto agrumato. Ne voglio ancora e ancora. Freddo, molto freddo, all’ultima ora del sole e per tutta la cena. Provo ad abbinarlo al pecorino stagionato del Sulcis che mi sono portato a casa, wow!! Viva l’Italia dal nord alle isole!.
Vino elegante e di grande personalità, un Solaris che ho degustato con gran piacere. Solo alla fine ho guardato la retro etichetta, il volume alcolico è del 14,5%… 😱 A questo punto anche Milano ad agosto mi sembra bella. C’è silenzio, direi -90% del solito. Si è alzato un bel venticello, that’s good.
Articolo pubblicato anche su Vini e Viti Resistenti il sito dedicato alle varietà Piwi di dipendechevino
All’invito di trovarsi in Oltrepò non potevo che rispondere sí. È una zona incredibilmente bella e vocata alla viticoltura. Poi per l’occasione, si è aggiunta anche la parola PIWI a rendere più interessante questa visita.
L’Azienda Agricola Dellafiore Achille si trova in frazione Costa Montefedele a Montù Beccaria (PV), è posta al culmine di una delle tante piccole colline che sembrano srotolarsi sulla pianura padana. L’altitudine è di circa 200 metri, non è molto ma da qui si gode un panorama fantastico sui vigneti. L’ora del tramonto è un momento magico che tinge di rosa la pianura.
Questa azienda, a conduzione familiare, è alla quarta generazione. Simone, uno dei figli, ha iniziato una piccola produzione con uve resistenti (Piwi), che affianca a quella tradizionale, basata sui vitigni di Bonarda, Barbera, Riesling, Malvasia, Moscato e Pinot nero.
La vigna di Johanniter che visitiamo sembra essersi adattata perfettamente a questo terroir. Le due lepri che a un tratto sbucano dall’ultimo filare ne certificano l’ecosostenibilità senza bisogno di altre parole. Negli occhi di Simone si legge l’orgoglio per questo piccolo appezzamento sano e rigoglioso. Arrivano da qui le uve dello suo Johanniter, un vino bianco frizzante, realizzato con il metodo ancestrale cioè con una fermentazione che viene fermata e poi ripresa in bottiglia senza aggiunta di zuccheri e senza sboccatura (col fondo).
La bottiglia si presenta con una bella immagine, giovane e di sicuro appeal. Joh rimanda al linguaggio rap e parla con gli hashtag, un richiamo verso la condivisione, quella reale, con gli amici.
Veniamo all’assaggio; l’ho capovolto per rimettere in sospensione il fondo che comunque è molto fine e non visibile se non nella leggera torbidità del colore. Al naso si percepiscono aromi agrumati, di pesca gialla e fermentativi. Andando poi a liberare le molecole con una energica rotazione escono sentori di pietra focaia e speziati, direi ricordi di Riesling, il papà. All’assaggio e leggermente frizzante e sapido, ha una bella acidità che fa salivare. Sulla lingua percepisco un frutto fresco e croccante abbastanza persistente ed una piacevole sensazione minerale sul finale. Il volume alcolico dell’11,5% rende questo vino molto gradevole da bere con questo caldo rispetto ad altri bianchi più strutturati (perlomeno non inizi a sudare al secondo calice). È il vino che vorrei trovare su una tavola apparecchiata all’aperto, come aperitivo e come accompagnamento alla serata fino al calar del sole. “Mi piace assai”, lo trovo azzeccato nella sua identità e sono felice di sentire da Simone che anche tra i suoi clienti abituali stia ottenendo successo.
Joh è il primo Johanniter dell’Oltrepò, una novità dirompente se si si pensa al contesto. Non si sta aggiungendo un’altro vino al parterre dei vini dell’Oltrepò ma piuttosto un concetto nuovo di viticoltura, più sostenibile e capace di intercettare nuovi consumatori. Joh, è un precursore, figlio della caparbietà di chi non si arrende alle difficoltà e guarda al futuro da una prospettiva diversa, positiva e resistente in ogni senso. Joh non intacca minimamente il mercato dei Classici rossi e spumanti dell’Oltrepò ma all’opposto potrebbe dare loro una spinta nel farli conoscere ai più giovani. Joh è un alfiere in un campo ancora tutto da esplorare, rispettoso del passato ma voglioso di conquistare nuovi mercati e trofei, che sono sicuro arriveranno.
L’Azienda Dellafiore Achille è in via Per Bosnasco 14, Frazione Costa Montefedele, Montù Beccaria (PV) – sito
Aggiungo una doverosa nota di ringraziamento a Piwi Lombardia e ai suoi associati per avermi invitato a condividere con loro la giornata da Dellafiore e per la bella serata passata insieme all’Agriturismo Bricco dei Ronchi.
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