Il Chiaretto per i tempi bui
RosaMara 2019, Costaripa.
È un Chiaretto della Valtènesi, quella parte collinare della Lombardia, nella provincia di Brescia, che guarda il lago di Garda. Costaripa è la cantina di Mattia Vezzola un grande enologo, conosciuto anche per la sua collaborazione in una nota cantina della Franciacorta. Il RosaMara è una delle espressioni tipiche del Garda fatta in Chiaretto, non chiamatelo rosato perchè il colore è più vicino all’albicocca e al rosa antico piuttosto che al rosa magenta che caratterizza, ad esempio, i rosati pugliesi. Sull’etichetta è ben spiegata l’origine del RosaMara, è il vino di una notte “…nasce poche ore dopo la pigiatura, nel pieno della notte, quando in cantiniere separa il mosto dalle bucce per stabilire, insieme, la giusta tonalità e intensità del colore, l’apice dei profumi fruttati, la ricchezza delle sensazioni fresche e la persistenza di quelle sapide”. Nel RosaMara, l’uva principale è il Groppello (60%), vitigno simbolo della Valtenesi, deve il suo nome alla forma incurvata del grappolo (groppo). Il restante 40% è suddiviso tra Marzemino, Sangiovese e Barbera. I profumi sono delicati ed eleganti, di rosa e di acacia, accompagnati da note di lieviti. In bocca spicca l’acidità che si traduce in una grande freschezza e salivazione indotta. Le note retronasali vanno su aromi fruttati che mi ricordano il melograno, la pesca noce e la banana. È alta anche la percezione minerale di sapidità e fa capolino una leggera astringenza tannica. Vincono le qualità di freschezza ma ha comunque il 13% di volume alcolico e un corpo strutturato seppur nel contesto dei vini rosati. L’eleganza è certamente il biglietto da visita di questo vino e direi dell’intera produzione di questa cantina di cui ho apprezzato anche i vini rossi e gli spumanti. Si trova a 11€ circa. Lo consiglio sia per un aperitivo che per proseguire il pranzo o la cena con piatti di media struttura, penso ad esempio a risotti o carni bianche. In tempi bui il RosaMara getta uno spiraglio di luce.
Luca Gonzato