Se ami i vini rossi corposi e il cioccolato allora devi provare questo rosso da uve di Negroamaro 85% e Malvasia Nera 15%. Colore intenso, rubino con riflessi granato, sentori di frutti rossi in confettura e legni pregiati. In bocca è un piacere assoluto, acidità perfetta e tannini levigati, grande morbidezza, vellutato, quasi abboccato per la leggera sensazione di dolcezza. Quello che più colpisce sono gli aromi di cacao, cioccolato amaro, mi ricorda anche le caramelle Mou, la vaniglia. Caldo (13,5 Vol.), persistente così a lungo che alla fine ti sembra di averlo accompagnato a una Sachertorte. È avvolgente, capace di dirti che basta lui o al massimo qualche tarallo pugliese ad accompagnarlo, se però hai una bella costata di manzo da mettere sulla griglia allora stai certo che non lasci la tavola finché la bottiglia non è finita. Bel vino, anche per stupire gli amici che magari non si aspettano sentori di cacao in un vino.
I due Pinot Neri 2015 dell’Alto Adige che dovevo sistemare in cantina non hanno raggiunto lo scaffale, troppo forte è stata la voglia di metterli a confronto.
Pinot Nero: principe dei vini e vitigno internazionale per la sua diffusione nel mondo, vinificato sia in rosso che in bianco come base per lo Champagne e gli Spumanti a metodo classico italiani. Famoso ‘in rosso’ per le versioni francesi di Borgogna. Coltivare e vinificare il Pinot Nero è spesso il traguardo a cui ogni viticoltore aspira, non è un vitigno ‘semplice’ e anche la vinificazione richiede esperienza. Queste due cantine che presento hanno ricevuto numerosi premi e godono di grande popolarità tra gli appassionati, le loro versioni sono nella TopTen dei Pinot Neri altoatesini. Entrambe sono nella provincia di Bolzano, quasi l’una di fronte all’altra nella valle dell’Adige, a separarle il fiume omonimo che attraversa la vallata. Elena Walch ha la sua sede a Termeno mentre Franz Haas si trova nel comune di Montagna.
Pinot Nero Ludwig 2015, Elena Walch
Le uve provengono da due vigneti, uno sulle colline a sud di Caldaro, 580 m slm ed esposizione ovest, terreno rossastro, calcareo e argilloso. L’altro vigneto a Gleno nel comune di Montagna, 400 m slm, esposizione est. La vinificazione è svolta con fermentazione alcolica in acciaio e in parte in legno con macerazione di 10 giorni sulle bucce e successiva fermentazione malolattica in botte. Affinamento in barrique di rovere francese per 16 mesi. Volume alcol 14%. In degustazione prevalgono gli aromi di piccoli frutti rossi, spezie, cacao, liquirizia. Molto elegante, sottile, minerale, verticale. Bella acidità, tannini setosi, lungo con bellissimo retrogusto. Un Pinot Nero per una serata di Gala, con lo smoking, dove l’unico tocco di colore dovrebbe essere il rubino di questo vino. Lo immagino vicino ad un piatto ‘moderno’ di carne rossa appena scottata con salsa agrodolce. Prezzo online 30€.
Pinot Nero Schweizer 2015, Franz Haas
Uve provenienti da diversi vigneti ad altitudini variabili tra 350 e 700 m che comprendono una grande varietà di suoli. Terreni limosi si trovano a soli pochi metri da terreni di composizione diversa tra cui sabbiosa, calcarea e ghiaiosa. Fermentazione delle uve in vasche aperte d’acciaio, successivo passaggio in barrique dove avviene la fermentazione malolattica e l’affinamento per 12 mesi. Volume alcol 14%. Note balsamiche di erbe di montagna, cuoio, spezie e frutti rossi. Imponente nel corpo, caldo, lunghissimo, persistente e con un bel finale ‘cremoso’ in bocca. Elegante anche lui ma se con il Pinot di Elena Walch avrei messo lo smoking qui metterei la T-shirt che più amo per andare a un concerto rock. Come abbinamento ci vedrei un brasato di selvaggina con polenta. Prezzo online 34€.
Entrambi i vini hanno grande personalità ed eleganza, l’uso del legno è ben dosato in entrambi i casi e li arricchisce di morbidezza e sentori speziati di affinamento senza appesantirli. Poi però gli aromi complessivi e le percezioni gustative sono molto diverse. Se fossero due attori direi Toni Servillo e Pierfrancesco Favino. Entrambi grandi attori, riconosciuti in tutto il mondo, come Elena Walch e Franz Haas per i loro ottimi vini.
Mi è venuta voglia di parlare di questo vino perchè l’ho degustato varie volte, sempre con piacere, il suo nome è di quelli che ti rimangono impressi, ‘Lacrima di Morro d’Alba’ (non c’entra niente con l’Alba piemontese, siamo nelle Marche). Di per sé, Lacrima, farebbe pensare a qualcosa di triste e invece la sua anima è esattamente l’opposto, fresca, gioiosa come i fiori e i frutti di inizio estate che la caratterizzano. Il nome è dovuto alla particolarità delle uve che a maturazione tendono a lacerarsi e quindi a ‘lacrimare’. Ha origini lontane, se ne hanno tracce già in documenti del XII secolo, quando Federico Barbarossa scelse come dimora, durante l’assedio di Ancona, la fortezza di Castrum Morro (l’attuale Morro d’Alba) ed apprezzò il profumatissimo vino della zona. Dal 1985 la Lacrima è riconosciuta come DOC nelle sue tre versioni: Base, Superiore e Passito. I sei comuni della denominazione (Morro d’Alba, Monte San Vito, San Marcello, Belvedere Ostrense, Ostra e Senigallia) si trovano tra Pesaro ed Ancona nella zona collinare, abbastanza vicina al mare. I terreni sono perlopiù argillo/sabbiosi con componenti minerali che insieme alla vicinanza del mare e al clima mediterraneo si sposano felicemente con il vitigno Lacrima, autoctono delle Marche.
Perchè è speciale la Lacrima di Morro d’Alba?, Per i suoi sentori così prepotentemente floreali e fruttati che ti inebriano e per la facilità con cui si lascia bere. Il colore è di un rosso rubino con riflessi porpora, luminoso, gli aromi freschissimi di rosa, viola, piccoli frutti rossi e neri, ma puoi trovarci anche note sapide o speziate, oppure di selvatico ‘foxy’. Generalmente queste uve non vedono ‘legno’, perlopiù acciaio o cemento per le fermentazioni e breve affinamento di qualche mese in bottiglia. Nelle versioni ‘Superiore’, oltre al tempo più lungo di affinamento (9 mesi o più) e il volume di alcol (min. 12%), aumenta la struttura e la complessità, gli aromi si spostano più sui frutti di bosco in confettura, il floreale sul passito/secco, le spezie. È un vino da assaporare giovane, entro qualche anno dall’imbottigliamento. Lo definerei il ‘rosso’ perfetto per questa stagione, quando la sera, a causa del caldo patito durante il giorno, si ha poca voglia di cucinare e basta quindi mettere in tavola qualche salume (meglio se Marchigiano) e una fresca bottiglia di Lacrima per ritemprarsi. C’è poi la versione Passito, che immagino ideale come accompagnamento ai dessert o da meditazione, purtroppo non l’ho ancora degustato ma conto di farlo nei prossimi mesi e integrare l’articolo.
Le bottiglie riportate qui sopra sono le ‘Lacrime’ assaggiate qualche tempo fa. Tenuta San Marcello durante i Wine Days 2018 a Milano, versione base chiamata Bastaro e, il Melano con l’etichetta nera (Superiore). Ricordo il notevole corpo, la complessità olfattiva fruttata del Melano con note speziate, mentre a prevalere nella versione base era il floreale. Podere Santa Lucia (Comune di Monte San Vito), assaggiato in degustazioni guidate (viene proposto come esempio di Lacrima sia nei corsi AIS che ONAV), bel fruttato di amarena, rosa e speziatura (pepe). Ho poi acquistato, per questo articolo, altre due Lacrime. La prima, della Cantina Velenosi (vigneti in San Marcello), Querciantica Superiore, in cui ho ritrovato le tipiche caratteristiche e uno spiccato fruttato di lampone, fragola e mirtilli, con tannini composti, giusta acidità e persistenza. La seconda, quella prodotta da Marotti Campi (comune di Morro d’Alba), in versione Superiore e chiamata Orgiolo, si distingue per note minerali che mi ricordano la grafite delle matite, speziatura di chiodi di garofano e di tostatura. Sono comunque i sentori di rosa canina e frutti piccoli rossi a prevalere. C’è poi un volume alcolico del 13,5% a dare morbidezza e calore.
In generale, tutte le lacrime assaggiate mi hanno riportato gli aromi prevalenti di rosa, violetta e frutti rossi, comunicando una bella freschezza e la facilità di beva, tipici di questo vino.
Ad inizio articolo è riportata un’infografica con tutti i produttori e i comuni della denominazione. Il mio piccolo contributo al sostegno della produzione di questa DOC che spero possa aiutare il consumatore nell’acquisto. Ovviamente è un lavoro ‘in progress’, che mi auguro possa ampliarsi. Vi invito a segnalarmi altri produttori che magari non sono stati menzionati.
Infine, per chi è innamorato della Lacrima, consiglio di assaggiare anche la versione ‘Vino e Visciole’, fatta con piccole ciliegie selvatiche che vengono fatte macerare e fermentare con l’aggiunta di zucchero. Viene poi aggiunto lo sciroppo ottenuto al vino base di Lacrima di Morro d’Alba. Una vera tipicità Marchigiana, e poi… solo lacrime di gioia.
Luca Gonzato
Di seguito, i produttori con i relativi vini, suddivisi per Comune della denominazione.
MORRO D’ALBA
Antica Cantina Sant’Amico: Lacrima di M.d’A.; Lacrima di M.d’A. Venere Oro | Superiore. www.anticacantinasantamico.it
Badiali & Candelaresi: Lacrima di M.d’A. Laureto; Lacrima di M.d’A. Lutho. www.badialiecandelaresi.it
Belisario: Lacrima di M.d’A. www.belisario.it
Brunori: Lacrima di M.d’A. Alborada; Lacrima di M.d’A. Il Roccolo | Superiore. brunori.it
F.lli Badiali: Lacrima di M.d’A. Paucca | Superiore. tel. 073163510
Lucchetti: Lacrima di M.d’A.; Lacrima di M.d’A. Mariasole; Lacrima di M.d’A. Guardengo | Superiore ; Lacrima di M.d’A. | Passito. www.mariolucchetti.it
Marotti Campi: Lacrima di M.d’A. Rubico; Lacrima di M.d’A. Orgiolo | Superiore. www.marotticampi.it
Monte Schiavo: Lacrima di M.d’A. Terre Monte Schiavo, Marzaiola. www.monteschiavo.com
Olivetti: Lacrima di M.d’A.; Lacrima di M.d’A. Morruco | Superiore. www.olivettivini.altervista.org
Pellegrini: Lacrima di M.d’A.; Lacrima di M.d’A. | Superiore. 1.cantinapellegrini.it
Quota 33: Lacrima di M.d’A.; Lacrima di M.d’A. | Superiore. www.gianlucabartolucci.it
Romagnoli: Lacrima di M.d’A. Barbarosso; Lacrima di M.d’A. Mirum Mundi | Superiore. www.cantinaromagnoli.it
Santa Barbara: Lacrima di M.d’A. Pignocco. www.santabarbara.it
Sarò: Lacrima di M.d’A. Sarò; Lacrima di M.d’A. Gaude | Superiore. www.lacrimasaro.it
Stefano Mancinelli: Lacrima di M.d’A.; Lacrima di M.d’A. Sensazioni di Frutto; Lacrima di M.d’A. | Superiore ; Lacrima di M.d’A. Re Sole | Passito. mancinellivini.it
Umani Ronchi: Lacrima di M.d’A. Fonte del Re. www.umanironchi.com
Vicari: Lacrima di M.d’A. Lacrima Del Pozzo Buono | Superiore ; Lacrima di M.d’A. Essenza Del Pozzo Buono; Lacrima di M.d’A. Dasempre Del Pozzo Buono; Lacrima di M.d’A. Amaranto Del Pozzo Buono | Passito. www.vicarivini.it
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SENIGALLIA
Conte Leopardi: Lacrima di M.d’A. www.conteleopardi.com
Luigi Giusti: Lacrima di M.d’A. Lacrima; Lacrima di M.d’A. Selezione Rubbjano; Lacrima di M.d’A. Luigino | Superiore. www.lacrimagiusti.it
Mazzola: Lacrima di M.d’A. Sanguineto | Superiore. aziendaagricolamazzola.it
Vigna degli Estensi: Lacrima di M.d’A. Piramo; Lacrima di M.d’A. Ius Lacrimae | Superiore. www.vignadegliestensi.it
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OSTRA
Boccafosca: Lacrima di M.d’A. Nerium; Lacrima di M.d’A. Superbo | Superiore. www.boccafosca.it
Buscareto: Lacrima di M.d’A.; Lacrima di M.d’A. Compagnia | Superiore. buscareto.com
Cantina Mezzanotte: Lacrima di M.d’A.; Lacrima di M.d’A. Passione di Mezzanotte | Superiore. www.cantinamezzanotte.it
Palazzo Censi Buffarini: Lacrima di M.d’A.; Lacrima di M.d’A. | Superiore. www.palazzocensibuffarini.it
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SAN MARCELLO
Filodivino: Lacrima di M.d’A. Diana. www.filodivino.it
Marconi: Lacrima di M.d’A.; Lacrima di M.d’A. Seduzione | Superiore. www.marconivini.it
Tenuta San Marcello: Lacrima di M.d’A. Bastaro; Lacrima di M.d’A. Melano | Superiore. www.tenutasanmarcello.net
Velenosi: Lacrima di M.d’A. Querciantica; Lacrima di M.d’A. Querciantica | Superiore. www.velenosivini.com
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BELVEDERE OSTRENSE
Luciano Landi: Lacrima di M.d’A.; Lacrima di M.d’A. Gavigliano | Superiore; Lacrima di M.d’A. | Passito. www.aziendalandi.it
Ma.Ri.Ca.: Lacrima di M.d’A. Ramosceto; Lacrima di M.d’A. Castello di Ramosceto | Superiore; Lacrima di M.d’A. Flores Lacrimae | Passito. www.cantinamarica.it
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MONTE SAN VITO
Podere Santa Lucia: Lacrima di M.d’A.; Lacrima di M.d’A. Le Cantarelle | Superiore. www.poderesantalucia.com
Cronaca di una giornata assolata dai contorni color rubino con riflessi granato
Partenza alle 8 da Milano, destinazione Valtellina, a farmi compagnia c’è Sasha, amico Sommelier e compagno di corso in AIS. Le chiacchiere sul vino ci fanno percorrere velocemente i chilometri e ci ritroviamo presto a costeggiare l’Adda ed ammirare le vigne sulla nostra sinistra. Che spettacolo, si susseguono i vigneti facendo bella mostra di sé con i nomi dei produttori, ben visibili dalla statale che stiamo percorrendo. Mi tornano in mente le emozioni dei vini assaggiati, le differenze di ognuno che rendono unico questo territorio. Arriviamo così a Chiuro, nella sede di Nera dove ad aspettarci, nel bellissimo Wine Bar, c’è Francesco di Bernardo che oltre ad essere un commerciale si rivelerà una fonte inesauribile di informazioni preziose per noi appassionati degustatori. Dopo poco ci raggiunge anche il Patron dell’azienda, il Signor Pietro Nera. È un onore conoscerlo, schietto e simpatico ci mette subito a nostro agio, si respira un clima familiare.
Francesco ci racconta dell’Azienda, dei figli, la quarta generazione, una storia di successi e di qualità. Siamo da uno dei tre più grandi produttori della valle. Accettiamo volentieri di visitare le vigne di proprietà nella sottozona Inferno. Percorriamo qualche chilometro salendo sui tornanti in località Poggiridenti a 400/450 m slm. Wow, la vista sulla valle è magnifica, scendiamo tra i filari, ‘viticoltura eroica’ mi riecheggia in testa, qui tutto a mano e devi anche stare attento a dove metti i piedi se non vuoi finire di sotto, le pendenze sono significative. Il sole batte forte anche se sono solo le 11. In piena estate il caldo diventa infernale, tanto che i lavori in vigna vengono fatti solo la mattina presto.
Guardo i miei piedi, vicini al bordo del terrazzamento, noto una pianta di fichi d’india che ha trovato qualche interstizio dove infilare le radici, è come se fosse lì a dire ‘qui ci sto bene, c’è tutta la luce e il calore che voglio’. Il terrenoha uno strato superficiale di 20/30 cm di terra mista a detriti sassosi e sabbiosi, sotto lo scheletro è grossolano di pietre, poi la roccia, ben drenante. Tanta luce e la brezza che sale dal lago, esposizione sud, il luogo ideale per il nebbiolo che sceglie di crescere solo in posti particolari. Non è un caso se lo troviamo solo qui, in Piemonte ed in piccola parte nella Valle d’Aosta e nella Gallura. I vini della sottozona Inferno sono tra quelli più apprezzati della DOCG Valtellina Superiore e Sforzato, quelli con più corpo/struttura. Uno sguardo ai grappoli che si stanno formando, si riconosce la tipica forma allungata del nebbiolo con l’ala che sembra un’altro grappolo.
Tornati in sede visitiamo le Cantine, dove a colpirmi sono le grandi botti, protagoniste dell’affinamento dei nebbioli di Nera, alcune così grandi che sono state costruite in loco.
Passiamo da un locale all’altro dove si susseguono gli enormi tini di fermentazione, le vasche in cemento, ed altre botti dalle dimensioni più piccole fino ad arrivare alle barrique. Una parte della cantina è poi dedicata all’appassimento delle uve che avviene in cassette, serviranno poi per la produzione dello Sforzato.
Al Wine Bar i calici sono pronti per la degustazione, si inizia con ‘La Novella’ 2017, un nebbiolo vinificato in bianco con una piccola percentuale di Chardonnay e Incrocio Manzoni (20%), è la prima volta che assaggio un nebbiolo ‘in bianco’ non spumantizzato ed è una bella sorpresa, sarà il caldo e la prossimità dell’ora di pranzo, ma è un ottimo vino da aperitivo, fresco e beverino. Aromi di fiori bianchi, una bellissima mela verde e più sfumati l’ananas e la banana. Segue il Rezio, altro bianco, stesse uve ma con affinamento in barrique per 15 mesi. Di corpo, strutturato, con aromi di fiori e frutti gialli maturi, burroso in bocca e persistente. Un Signor Bianco, decisamente più impegnativo, ti fa immaginare abbinamenti con piatti di pesce o formaggi a pasta semidura.
I rossi, l’espressione più alta del nebbiolo, Sassella Riserva Nera 2010, tutta l’eleganza del Sassella e il contributo di una grande annata. Armonico, fine, dagli aromi floreali di viola e fruttati, lampone, frutti di bosco, confettura fresca. Affinamento in botte grande, la tradizione di Nera. Penso ai cugini delle Langhe, a come questo Nebbiolo delle Alpi abbia tutte le qualità del grande vino e di come non abbia però (inspiegabilmente) la loro stessa considerazione e valore sul mercato. Il secondo rosso è la Riserva Caven la Priora, Sassella. Stessa annata e stesso terroir, qui però, complice la ‘botte piccola’ gli aromi sono più orientati verso le spezie, liquirizia, cacao, cuoio, ‘tanta roba’…
Riserva Nera 2009 Grumello (botte grande), altra sottozona, diverso risultato, più floreale, verticale con note sapide, elegante, lungo. Ora in Valgella con il Crù Le Signorie di Nera, Riserva 2011, che dire, altro bel Nebbiolo elegante, sapido, con tannini evidenti ma composti, equilibrato, persistente. Sassella Inferno Riserva Nera 2010, la potenza e l’equilibrio, mi viene in mente il celebre slogan Pirelli ‘La potenza è nulla senza controllo’, ed è l’affinamento (almeno 36 mesi) con la botte grande a dare quel controllo che determinerà poi un grande Valtellina Superiore Riserva. L’ultimo assaggio è dedicato alla Riserva Giupa di Caven 2010. Vendemmia tardiva, Crù di Bianzone nelle terrazze retiche. L’uva viene passita un mese in vigna tagliando i tralci. Solo 1 ettaro vitato per questa delizia di vino, morbido, vellutato, con i tipici aromi di viola e frutti rossi. Davvero una bella degustazione dove abbiamo apprezzato le diversità di ognuna delle Riserve, difficile stabilire una classifica di piacevolezza. L’eleganza e finezza di Nera da una parte e la forza quasi selvaggia di Caven dall’altra, due anime che insieme sono in grado di offrire un ventaglio di versioni in grado di soddisfare ogni palato.
Francesco vorrebbe farci assaggiare anche gli Sforzati ma ora c’è bisogno di mettere sotto i denti qualcosa di sostanzioso per rimettersi in sesto, siamo anche in ritardo per il ristorante prenotato qualche giorno prima. Comunque gli Sforzati di Nera e Caven ‘Messere’ li ho portati a casa per degustarli con calma.
Pochi passi e siamo al Ristorante San Carlo dove pranziamo con delle succulente tagliatelle fatte in casa con sugo di selvaggina, mi lascio poi tentare da un tris di ottime bresaole di cavallo, manzo e cervo. Ci scappa un’altro calice di vino, come fai a bere acqua con questi piatti?. Ci intratteniamo a chiacchierare di nebbioli con la giovane titolare che scopriamo essere una Sommelier Ais, simpatica e preparata, ha praticamente tutte le etichette di vini della Valtellina in bella mostra.
Tornati da Nera concludiamo gli acquisti e ci gustiamo un nebbiolo passito, seduti e rilassati, nell’area esterna del Wine Bar. Il sole è ormai a ovest, è il momento di ripercorrere all’indietro la stessa strada da cui siamo venuti. Una dopo l’altra scorrono le sottozone e mi sale un pizzico di tristezza, vorrei fermarmi da ogni produttore, sentire la sua storia e assaggiare i suoi vini. Poi però mi ricordo delle bottiglie nel bagagliaio e torno felice a casa con un pezzetto di eccellenza Valtellinese, quella delle Cantine Nera e Caven.
Visto che è arrivata l’estate e che la costa ligure è una delle mete preferite per passare qualche giorno al mare, ho pensato di dare qualche suggerimento sulle denominazioni da assaggiare durante la villeggiatura. Nelle provincie di Savona e Imperia il Rossese di Dolceacqua DOC, (vino rosso da uve di Rossese), l’Ormeasco di Pornassio DOC (rosso da uve Dolcetto), oppure una delle varietà del Riviera Ligure di Ponente DOC. Spostandosi a levante, sopra a Genova, il Val Polcèvera DOC nelle sue declinazioni oppure in quelle del Golfo del Tigullio-Portofino DOC. Sempre a levante, in provincia di La Spezia potete trovare la famosa doc Colli di Luni, conosciuta prevalentemente per il Vermentino. Nell’infografica sono riportate le zone delle DOC con le versioni consentite dai disciplinari e le principali uve usate per la produzione. Quando acquistate una bottiglia di questi vini sappiate che dietro c’è un lavoro enorme, di fatica, in vigneti che non consentono l’utilizzo di macchinari, inoltre la produzione è minima se rapportata ad altre regioni, quindi, se vi sembra che il prezzo sia di qualche euro superiore alla media, spendetelo con l’animo in pace perchè il motivo è più che giustificato.
Tre vini liguri che mi sono piaciuti particolarmente
Riviera Ligure di Ponente DOC Pigato 2016, Terre Bianche: bel ‘bianco’, di buona struttura, con aromi di pesca bianca, miele e nota fumé, morbido in bocca, sapido e persistente. Lo abbinerei a piatti strutturati a base di pesce.
Rossese di Dolceacqua DOC Superiore 2016,Maccario Dringenberg: Colore simile a quello del nebbiolo, olfatto complesso ed invitante con note speziate di pepe, frutti rossi e rosa, sentori salmastri, caldo e tannico in bocca, lungo finale speziato. Ottimo in abbinamento con il coniglio alla ligure.
Colli di Luni DOC Vermentino 2015, Lunae: Profumi intensi di frutti, pesca, ananas, floreali di tiglio, ginestra, erbe aromatiche e agrumi freschi. Fresco, di corpo e sapido, lo ricordo ancora adesso a distanza di un anno da quando l’ho assaggiato. Se lo stappassi adesso ci farei un bel aperitivo (prolungato) a base di pesce.
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